Genitore-bambino il rapporto sportivo

Un buon genitore dovrebbe sempre sostenere il proprio figlio che decide di intraprendere un percorso sportivo. Dovrebbe fargli capire che lo sport è voglia di stare insieme agli altri divertendosi, senza nutrire gelosie verso altri bambini o creare false ambizioni.

Nell’età adolescenziale, il genitore è chiamato in causa a gestire situazioni imbarazzanti che creano disagio ad una attività serena del proprio bambino. Infatti molte volte il vero protagonista di un goal non fatto, o di un passaggio sbagliato non è il bambino ma il genitore.

Capita che inconsciamente si tenda a realizzare attraverso il bambino, i desideri che non si è riusciti a soddisfare da giovani. Questo danneggia fortemente lo sviluppo del bambino.

Chi di noi non vorrebbe vedere il proprio figlio mai soffrire ma ricevere solo felicità dalla vita. Un buon genitore non dovrebbe mai intromettersi nelle scelte dei propri figli e di  voler vivere la propria vita al suo posto.

L’attività sportiva serva proprio a questo a far maturare e a crescere, perché lo sport spinge il ragazzo ad impegnarsi e mettersi sempre alla prova, comprendere il sacrificio e l’umiltà ad assumersi quelle responsabilità che esistono nella collettività.

Ma come un genitore può aiutare il proprio figlio ad avere un comportamento positivo?

  1. Lasciandogli fare delle scelte, il genitore dovrà solo stimolarlo e incoraggiarlo
  2. Lasciare il bambino libero di esprimersi sia nelle gare che durante l’allenamento
  3. Mai esprimere giudizi sui suoi compagni
  4. Mai rimproverarli a fine gara ma interessarsi su come vive quei momenti della gara, magari evidenziando dei miglioramenti
  5. Aiutare l’allenatore nell’educazione sul rispetto delle regole, degli impegni presi, degli orari, dei compagni
  6. Mai recriminargli di una partita mal giocata
  7. Renderlo autosufficiente (ad esempio, fargli fare la doccia da solo, allacciarsi le scarpe o portasi la borsa sportiva da solo)
  8. Un tifo eccessivo è diseducativo, quindi controllarsi durante le gare
  9. Ricordarsi che sia i compagni che gli avversari di tuo figlio sono anche loro bambini
  10. Prima di criticare insieme ad altri genitori alcune decisioni, cercare di capire chiedendo direttamente spiegazioni al responsabile della società.

Le scuole calcio hanno oggi più che mai la necessità di formare uomini, prima che calciatori e  per farlo gli istruttori hanno bisogno del supporto dei  genitori che devono imparare a cambiare il loro punto di vista di adulti, e ragionare con gli occhi ed i bisogni dei bambini. Il bambino compete e vuole vincere per natura, tanto che senza questi stimoli non vi sarebbe l’adulto, ma è il modo in cui l’adulto interpreta la competizione, e quindi la vittoria e la sconfitta, che gli è estraneo.

 

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